Locarno Film Festival Laurie Anderson premiata con il Vision Award Ticinomoda

bu, ats

11.8.2022 - 18:13

Laurie Anderson ha ricevuto ieri in Piazza Grande il Vision Award Ticinomoda.
Laurie Anderson ha ricevuto ieri in Piazza Grande il Vision Award Ticinomoda.
Keystone

La grandissima artista newyorchese di adozione Laurie Anderson parte dal Locarno Film Festival con un premio alla carriera, dedicato ai pionieri della creazione. 

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Il pubblico ha potuto vedere due suoi film e discutere con lei al Forum dello Spazio Cinema giovedì mattina.

Nata il 5 giugno del 1947 a Glen Ellyn (Illinois), minuta e sportiva, la 75enne Laurie Anderson ha mantenuto il suo taglio di capelli corto, ma soprattutto il suo sorriso e le sue fossette. Davanti a più di cento persone riunite all'aperto al Forum dello Spazio Cinema, l'artista che eccelle in diverse forme espressive – musica, cinema, scultura, disegno, scrittura, performance – cerca solo di raccontare storie e non di raccontarsi, ha spiegato.

«Voglio piuttosto mostrarvi le nuvole nel cielo. Infatti, non ho mai visto una differenza fra la meditazione e il fatto di essere un'artista», ha detto Anderson.

Ma la critica sociale, che assume forme giocose nel suo lavoro, non è mai lontana. «Quando ero studente, non ero sicura che sarei diventata un'artista. Avevo deciso di essere radicale, il che è strettamente legato agli anni '60. In altre parole, qualcuno che crea problemi».

Evitare che il 6 gennaio si ripeta

Riferendosi alla situazione attuale negli Stati Uniti, con le «udienze» che si stanno tenendo dopo gli eventi del 6 gennaio al Campidoglio, Laurie Anderson ha spiegato che sta cercando di organizzare una grande manifestazione con altri artisti.

«I gruppi che hanno attaccato il Campidoglio lo faranno di nuovo», ha detto, sottolineando che avevano molte armi.

Anche se la situazione è difficile negli Stati Uniti, come nel resto del mondo, la pluriartista scommette, come il musicista John Cage con il quale ha spesso collaborato, che le cose miglioreranno diventando più complesse. Cage, da anziano, non ha smesso di meravigliarsi; un percorso che anche l'ex ragazza ricca di Chicago ha deciso di seguire.

Laurie Anderson ha ricevuto il Vision Award Ticinomoda ieri sera in Piazza Grande prima della proiezione di «Home of the Brave», una versione restaurata del 1986. Il film è consacrato a una delle tournée di concerti dell'americana.

Dopo la strumentale «Good Evening», «Zero and One» (parlato) dà il la di «Home of the Brave»: «viviamo in un mondo digitale, pretendendo di essere ancora liberi dalle pressioni di diventare uno zero o un numero 1. E non c'è nulla fra queste due cifre...».

Il ritorno del grande formato

Lungi dai toni di un sermone: «Home of the Brave» è gioioso, colorato e un po' pazzo, con una Laurie Anderson che assomiglia ad una marionetta, a metà strada tra un mimo e Charlie Chaplin. L'artista si è detta soprattutto felice di rivedere il suo film in grande formato sulla Piazza Grande, taglia per la quale era stato inizialmente pensato, e non sullo schermo di un iPhone.

Martedì nella sala GranRex presa d'assalto, i cinefili hanno potuto vedere il lungometraggio «Heart of a Dog» (2015), dedicato a suo marito, l'indimenticabile Lou Reed.

Onirico, critico, politico, umoristico, poetico, questo film si basa sulla vita del cane dell'artista, Lolabelle, evocando l'11 settembre, la società della sorveglianza, il ricordo di una persona cara, il Libro tibetano dei morti, una schiena rotta...

La voce di Laurie Anderson canta il testo del film in un ammaliante spoken word. Se l'ombra di Lou Reed, morto nel 2013, aleggia sul film, lo vediamo solo brevemente nelle ultime immagini. Nei titoli di coda, lo si può ancora sentire cantare «Turning Time Around».

La più grande mostra della sua carriera

Per quanto riguarda l'attualità su Laurie Anderson, la più grande mostra della sua carriera, durata quasi un anno, si è appena conclusa il 7 agosto allo Smithsonian's Hirshhorn Museum di Washington. Intitolata «Laurie Anderson: The Weather», comprendeva opere importanti come «Habeas Corpus» (2015) e un viaggio multimediale nel suo processo creativo di narrazione.

Stamane ha inoltre evocato il film «Sisters with Transistors» (2020), che racconta la storia inedita dei pionieri della musica elettronica, in maggioranza donne. Anderson fa parte di questa tradizione «underground».

Lo scorso anno ha dato sei Norton Lectures, una prestigiosa serie di conferenze organizzate dall'Università di Harvard, la cui registrazione è disponibile online.

«Questa artista ha fatto dell'inventiva e della sperimentazione il suo marchio di fabbrica», ha dichiarato il direttore artistico del festival Giona A. Nazzaro.

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