Il giocatore ceco festeggia con un gol il suo ritorno all'Ambrì-Piotta. Per il resto, è felicissimo, anche se potrebbe andarsene da un giorno all'altro.
È il 36° minuto quando la Gottardo Arena esplode letteralmente. Il bastone di Dominik Kubalik si rompe davanti alla porta del Rapperswil. Il ceco si dirige in un lampo verso la panchina, ne prende un nuovo e torna al posto giusto e appena due secondi dopo schiaccia in rete un passaggio di Dominic Zwerger per il 2 a 3 parziale.
La sfida, ricordiamo, verrà vinta dai sangallesi per 4 a 3.
Ad Ambrì si respira euforia e un po' di nostalgia, con i ricordi della stagione 2018/19, quando si arrivò al quinto posto nelle qualificazioni e si raggiunse, per l'ultima volta i play-off.
Il grande protagonista di quella cavalcata fu proprio lui, Dominik Kubalik, con 25 gol e 57 punti in 50 partite di Regular Season. Poi, l'allora 23enne, firmò per Chicago.
Ora è tornato, almeno per il momento, anche se può rescindere il suo contratto con i ticinesi in qualsiasi momento, fino al 15 dicembre, se arriva un'offerta adeguata dal Nord America.
Kubalik: «Sono fatto così, mi piace ridere»
Ora s'impegna, segna e sorride. «Sono fatto così», dice a Keystone-SDA dopo la partita. «Sono una persona positiva, mi piace ridere». Poi diventa serio per un momento. «Ma non c'è motivo di ridere in questo momento».
Si riferisce alla sconfitta d'esordio contro i Lakers appunto, ma non alla sua situazione personale, che a prima vista non è facile.
Con i Chicago Blackhawks ha siglato 66 gol, poi 20 in un anno con i Detroit Red Wings, ma solo 11 con gli Ottawa Senators, la scorsa stagione. Dopo di che, non gli è più stato rinnovato il contratto.
«Non penso alla NHL, solo al presente»
Sebbene il club leventinese debba ora gestire otto stranieri, il direttore sportivo Paolo Duca non ha potuto rifiutare la richiesta di Kuba.
Il ceco ha dimostrato la sua indiscussa classe anche ai Mondiali di casa, dove ha contribuito con cinque gol al titolo iridato - in finale contro la Svizzera, ricordiamo. «Dopo di che mi sono allenato normalmente, come sempre», assicura. «Sono in forma al 100%».
«Cerco di non pensare alla NHL, sono completamente concentrato sul presente. Vedremo cosa ci riserverà il futuro, ma per ora sono qui e farò tutto il possibile per aiutare la squadra».
Dopotutto, non è solo l'Ambrì a dovergli molto : è vero anche il contrario. Il club leventinese è stato infatti il suo trampolino di lancio nel grande e redditizio mondo della NHL.
Cereda: «Non è cambiato molto»
Per coach Luca Cereda, che era già il suo allenatore sei anni fa, la sua presenza è una grande risorsa.
«Non è cambiato molto», dice il ticinese con una risata. «Sembra solo molto giovane fisicamente. È estremamente pericoloso in attacco, mette molta pressione in porta e tira bene. E inoltre, ha sicuramente acquisito esperienza e carisma», dice riferendosi al suo attaccante.
È contento del ritorno del ceco, anche se sa che potrebbe non essere definitivo. «Ha sicuramente ancora grandi obiettivi davanti a sé e ha la possibilità di fare il prossimo passo qui.»
«Questo dimostra anche che era felice ad Ambrì».
Kuba si gode la nuova pista
E questo nonostante il club giocasse ancora nella fredda e vecchia Valascia.
«Lo stadio è un po' meglio», dice il nuovo arrivato con un sorriso, guardando il corridoio della nuova Gottardo Arena. «Ma non è stata la mia prima considerazione. Sono solo felice di poter giocare di nuovo qui».
Anche gli appassionati di hockey svizzeri dovrebbero esserne contenti. Un giocatore della sua qualità di e con i suoi meriti raramente finisce in National League nel fiore degli anni.
Quanto durerà? L'importante è apprezzarlo ora.
SDA