Belinda Bencic è stata fermata in semifinale degli US Open dalla giovane canadese Bianca Andreescu. Nonostante l'amara sconfitta la sangallese si è presentata in conferenza stampa con il morale piuttosto alto.
Sei giunta per la prima volta in semifinale di un torneo del Grande Slam e alla fine ne sei uscita sconfitta. Come ti senti?
Naturalmente sono molto delusa, cosa che capita dopo ogni partita persa. Nonostante tutto ci sono però anche diversi aspetti positivi, ne abbiamo appena parlato con il mio team, e per esempio quest’anno sono riuscita per la mia prima volta in carriera ad arrivare fino in semifinale di un torneo degli Slam.
È il mio miglior risultato di sempre. Non dobbiamo fare l’errore di prendere un percorso simile per scontato, anzi dobbiamo essere contenti di dove siamo arrivati. Questa riflessione mi ha permesso di sentirmi subito meglio pochi minuti dopo la fine della partita.
Sei stupita di vedere Bianca, una 19enne alla prima nel tabellone principale qui a New York, arrivare fino in finale?
No. Penso che nessuno ne sia stupito. Ha vinto a Indian Wells e a Toronto, ha sconfitto numerose giocatrici di primo piano, vederla in finale degli US Open non è per nulla una sorpresa. Bianca è fortissima, merita senza alcun dubbio di essere in finale.
Spesso si dice che da una sconfitta si impara più che da una vittoria. Come pensi di fare per trarre i giusti insegnamenti da questa semifinale persa?
Non la guarderò (ride). Ne discuteremo prossimamente con il team, ma ora ho bisogno di prendermi una pausa. Per poter fare un’analisi seria bisogna aspettare che le emozioni si diradino. Poi naturalmente ci sarà il tempo per parlarne e di trarne degli insegnamenti. In generale posso dire sin d’ora di aver imparato molto.
Mettendo da parte il risultato. Come hai vissuto a livello emozionale questa prima semifinale?
Beh è stata una magnifica esperienza. Ero molto elettrizzata di giocare una semifinale qui a New York. Tuttavia in generale durante le partite non realizzo sempre che match sto giocando, vivo le stesse emozioni quando gioco un quarto di finale o una semifinale. Oggi per esempio solamente a sprazzi mi è passato per la mente di essere in campo per giocare una semifinale di un torneo del Grande Slam. In quei momenti ho sentito il nervosismo crescere un poco, ma sono riuscita a gestirlo.
Come hai travato il pubblico?
Gli spettatori qui a New York sono molto rumorosi. Naturalmente mi è dispiaciuto che durante il nostro match molti se ne sono andati, ma ormai gli US Open sono così. È comunque sempre bello poter giocare in uno stadio simile, così grande, indipendentemente se gli spettatori fanno tifo per me o per l’avversaria.
Questa volta sei arrivata in semifinale. Cosa devi fare per migliorare e riuscire un giorno a vincere un torneo importante come gli US Open?
Penso che a questo livello a fare la differenza sono i dettagli. Non sono dell’idea che giocare meglio o raggiungere risultati più prestigiosi dipendono dal miglioramento del dritto o del rovescio. Si deve migliorare in tutto: la condizione fisica, il mentale, il servizio, ecc.
Devo continuare a fare quello che sto facendo ora. Devo fare in modo di crearmi più opportunità come queste, trovarmi più spesso nelle fasi finali dei tornei, solo così avrò l’opportunità di migliorare il risultato ottenuto a questi US Open.