Bisogna stare a casa. Quella che senza dubbio diventerà la frase del 2020, nonché di una pagina dei libri di storia, non lascia molto spazio alle interpretazioni: ai tempi del coronavirus non bisogna uscire. Così, aspettando di tornare in Piazza, in 8 mila, il Locarno Film Festival ha deciso, per il momento, di bussare a casa del suo pubblico e accomodarsi con lui sul divano per il LocarnoHomeFestival.
Dovendo restare a casa il Locarno Film Festival non poteva che proporre una particolare compagnia: il cinema. Così, mettendo insieme le tante «sale» del web, il Festival è riuscito a pensarsi casalingo, dando vita al LocarnoHomeFestival.
Ovvero «come vivere il Festival restando in pigiama», pescando in 72 anni di storia, e di storie, a portata di click, smartphone o smart-tv. Magari partendo da un film che ad agosto, tra pizze mangiate in coda e posti accaparrati alle tre di pomeriggio, portò in Piazza e al FEVI più di 9 mila persone.
A ognuno il suo
Esattamente come in ogni edizione del Festival, anche al LocarnoHomeFestival è possibile trovare film capaci di soddisfare qualsiasi palato, o sguardo.
Dalle grandi produzioni di Piazza Grande alla più piccola e indipendente produzione di cinema d’autore, passando addirittura per quella che a Locarno era solo un’idea e poi, salpando da lì, è diventata un film.
Sono più di cento i film rintracciati, e molti altri arriveranno a riempire le prossime giornate di quarantena. Da dove partire? Magari da uno degli ultimi arrivati: Locarno72, Piazza Grande e la leggenda di Diego Armando Maradona.
40 anni on demand
Da Grauzone (1979) di Fredi M. Murer, Pardo d’oro 1985 e Pardo alla carriera 2019, a Parasite (BONG Joon-ho, 2019) con SONG Kang-ho, Excellence Award 2019. Sulla Swisscom TV c’è davvero di che smarrirsi tra le pagine di un’offerta che ripercorre quarant’anni di storia del Festival.
Dai grandi film che hanno incollato la Piazza Grande allo schermo come BlacKkKlansman di Spike Lee (Prix du Public UBS 2018) e Atomic Blonde di David Leitch, a quelli che hanno riempito la propria bacheca come Das Fräulein di Andrea Staka, Pardo d’oro 2006.
Da film che hanno conquistato il pubblico, come il brillante Die fructhbaren Jahre Sind vorbei di Natascha Beller, a quelli che hanno conquistato le giurie, come Ceux qui travaillent di Antoine Russbach, Miglior film al Prix du cinéma suisse 2019.
La Svizzera al centro del mondo
Se ogni anno ad agosto il mondo del cinema si ritrova in Svizzera, nel LocarnoHomeFestival è la Svizzera a trovarsi in mezzo al mondo del cinema. Tante, tantissime le produzioni svizzere «cliccabili», da Die Herbstzeitlosen di Bettina Oberli a Tutti giù di Niccolò Castelli, da Reise der Hoffnung di Xavier Koller a Les petites fuges di Yves Yersin.
Poi, poco più in là, ecco l’Italia di Un nemico che ti vuole bene (Denis Rabaglia), la Germania di Paula (Christian Schwochow) o la Francia di Lucy (Luc Besson). E occhio, che basta una “k” in più per ritrovarsi a Hollywood con Lucky (John Carroll Lynch).
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