L'intervista Francesco Guccini: «Mi hanno scritto di andare all’inferno e che per fortuna che c’è Vasco Rossi»

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25.10.2025 - 09:15

Francesco Guccini in un'immagine del 2023
Francesco Guccini in un'immagine del 2023
IMAGO/Independent Photo Agency Int.

Nel corso di un'intervista Francesco Guccini condivide un episodio curioso mentre discute del suo nuovo libro «Romeo e Giulietta 1949».

Igor Sertori

Hai fretta? blue News riassume per te

  • È uscita nelle librerie l'ultimo libro di Francesco Guccini, «Romeo e Giulietta 1949».
  • «Ho trascorso due mesi in ospedale, immobilizzato a letto. Durante quel periodo, ho iniziato a immaginare storie e personaggi» ha raccontato a «La Stampa» l'85enne.
  • Un romanzo in parte autobiografico, in quanto l'autore ha preso «spunti dalla sua vita».
  • Nell'intervista lo scrittore e cantautore ha parlato anche dell'impatto dei social media.
  • Uno sconosciuto invece, ha raccontato Guccini, ha preso carta e penna e gli ha scritto un biglietto: «Va all’inferno vecchio rimbambito! Per fortuna che c’è Vasco Rossi!».
  • Il modenese l'ha presa con ironia, anche perché nell'era del web chi ha scritto si è preso la briga di comperare il francobollo e recarsi alla posta per spedire il messaggio.

Francesco Guccini non rallenta. Dopo 22 dischi e 25 libri di vario genere e natura, tra i quali anche un dizionario con il dialetto di Pavana, paesello nel quale vive da tanti anni, a un tiro di schioppo da Pistoia.

A 85 anni, il modenese di nascita, ha pubblicato il suo ultimo romanzo intitolato «Romeo e Giulietta 1949».

In un'intervista a «La Stampa», ripresa tra gli altri anche da «Il Fatto Quotidiano», lo scrittore-cantautore ha spiegato come è nata l'idea del libro: «Ho trascorso due mesi in ospedale, immobilizzato a letto. Durante quel periodo, ho iniziato a immaginare storie e personaggi, costruendo una trama che ho poi messo su carta una volta tornato a scrivere».

In parte autobiografico

Il cantautore ha precisato che la storia è solo parzialmente autobiografica, come già altre già prima: il protagonista, un bambino, si trova in una piccola città, simile a Carpi, luogo d'origine della sua famiglia, anche se lui non vi ha mai vissuto. «Ho preso spunti dalla mia vita, ma non è una rappresentazione fedele», ha detto.

L'intervista ha toccato anche temi politici, come non potrebbe. Guccini ha ricordato l'atmosfera del Referendum Monarchia-Repubblica, evocata anche dal film di Paola Cortellesi, «C’è ancora domani».

Non sporcare la scheda elettorale con il rossetto

Ha raccontato di come sua madre fosse attenta a non invalidare la scheda elettorale e del desiderio di votare per la Repubblica, in contrasto con i signori che sostenevano la monarchia.

Le zie dicevano alla mamma di stare attenta a «non sporcare la scheda elettorale con il rossetto, che altrimenti sarebbe stata invalidata».

Nel romanzo, ambientato nel 1949, Francesco, dopo aver terminato le elementari, visita i parenti in pianura. La città, con i suoi portici e un castello, è molto diversa dai luoghi montani della sua infanzia.

Qui, scopre le dinamiche familiari e sociali, tra cui la presenza di vicini comunisti e una nuova famiglia con un passato fascista.

Guccini intreccia temi a lui cari: la vita di provincia, il passato e le sue sfide, e l'amore che trascende il tempo. Con il suo tipico humour, offre un racconto che esplora l'identità e la memoria, illuminato da un sentimento di speranza e amore.

«Vai all'inferno vecchio rimbambito»

Il padre dell'«Avvelenata» e di «Eschimo», pensando a quel Novecento, ha poi parlato dell'impatto dei social media, notando come alcune persone esprimano opinioni negative su di lui.

«La cosa più curiosa è stata ricevere una lettera in cui mi si diceva: "Guccini, va all’inferno vecchio rimbambito! Per fortuna che c’è Vasco Rossi!"», ha raccontato divertito.

Perché nel mondo dei social, uno «si è preso la briga di prendere un cartoncino, scrivermi, comprare il francobollo per mandarmi a quel paese».

L'America

Nell'intervista, come riporta «Leggo», c'è spazio anche per parlare dell'America, che sì lo sta deludendo, ma che resta comunque in lui il vivido ricordo di un legame profondo.

«L’America sta attraversando una fase in cui vive cose troppo diverse da come le immaginavo tanti anni fa, anche se già con la guerra in Vietnam quel «vuoto mito americano» aveva sceso parecchi gradini nella mia considerazione».

Guccini ha insegnato per 20 anni in un'università americana di Bologna, dove gli hanno intitolato una borsa di studio e «ogni anno un giovane può pagarsi gli studi a nome mio», una cosa bellissima.