Giovani e politica Santiago Storelli: «Con i viaggi si possono aprire le frontiere mentali»

Paolo Beretta

26.3.2019

Santiago Storelli, lista numero 4 (PS), candidato numero 66. 
Santiago Storelli, lista numero 4 (PS), candidato numero 66. 
Paolo Beretta

Il 7 aprile si svolgono le elezioni cantonali ticinesi. La voce dei giovani è entrata di prepotenza nel dibattito politico in queste ultime settimane con le mobilitazioni a livello mondiale in favore del clima. Per avvicinarsi a questo importante momento della vita politica «Bluewin» ha deciso quindi di incontrare i più giovani candidati dei vari schieramenti in corsa per il Gran Consiglio. Tutti hanno risposto alle stesse tre domande e hanno portato un oggetto che li rappresenta. 

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È il turno di Santiago Storelli di Losone, liceale diciottenne con la passione per lo scoutismo e i viaggi. Frequenta il terzo anno in economia e diritto, ambiti nei quali cercherà probabilmente di proseguire gli studi.

Signor Storelli, perché ha deciso di fare politica così giovane?

Ho anche altri interessi oltre alla politica. Però essendo maggiorenne e avendo il diritto di voto non vedo perché non possa applicarmi e occuparmi della questione di cui si occupano «i grandi», che magari si concentrano sulle loro idee e non portano mai un punto di vista giovane all'interno della politica. Penso che faccia bene far sentire il punto di vista di quelli che saranno il futuro del nostro Cantone.

Perché si è messo a disposizione per il Partito socialista?

Mi sono messo in lista per il PS e Gioventù socialista. Sono convinto che si possa arrivare a un Ticino giusto perché per me non son corrette le politiche che si stanno portando avanti in Gran Consiglio e in Consiglio di Stato. Credo si possa arrivare a costruire un Ticino dove si stia bene, dove il ceto medio e basso possano arrivare a fine mese, dove si possa lavorare, dove si scongiuri il problema dei frontalieri, della differenza salariale tra uomini e donne, dove si facciano delle politiche ambientali e dove ci siano dei trasporti pubblici che funzionino veramente. Insomma, un Ticino dove non sia soltanto la classe borghese, che sta già bene, a fare sempre delle politiche per continuare a stare meglio. Ma dove ci siano delle politiche che si approccino anche a quelli che non hanno già tutto.

Come giovane, se lo fa, tramite quali canali si informa?

Mi informo grazie ai mezzi tradizionali: leggendo i giornali e guardando "Il Quotidiano". Sullo smartphone do un'occhiata veloce, poi magari il giorno dopo leggo la notizia su La Regione.

Tramite quale oggetto o animale si rappresenta?

Ho scelto uno zaino che mi accompagna da diversi anni. L'ho portato in giro per il mondo, per l'Europa, basta guardare le toppe che ci sono cucite, come Finlandia, Svezia, Irlanda. Rappresenta il fatto che a me piace viaggiare e scoprire, perché sono curioso. Non mi fermo al piccolo Ticino. Con i viaggi si possono aprire orizzonti, aprire le frontiere mentali. Ho visto politiche e sistemi che funzionano in giro per il mondo che si possono portare anche da noi. Non vedo perché il Ticino deve chiudere le barriere e dire: «No, quello che è fuori è brutto» e rimanere così nel suo piccolo.

Lo zaino, compagno di tante avventure di Santiago Storelli
Lo zaino, compagno di tante avventure di Santiago Storelli
Paolo Beretta
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