Giovani e politicaLuca Frei: «L'antipartitismo è distruttivo per la politica»
Paolo Beretta
28.3.2019
Il 7 aprile si svolgono le elezioni cantonali ticinesi. La voce dei giovani è entrata di prepotenza nel dibattito politico in queste ultime settimane con le mobilitazioni a livello mondiale in favore del clima. Per avvicinarsi a questo importante momento della vita politica «Bluewin» ha deciso quindi di incontrare i più giovani candidati dei vari schieramenti in corsa per il Gran Consiglio. Tutti hanno risposto alle stesse tre domande e hanno portato un oggetto che li rappresenta.
È il turno di Luca Frei, ventenne cresciuto a Cadro che, finito il liceo scientifico al LiLu 1, dopo sette mesi di servizio civile presso il centro diurno dell'ATTE a Lugano, ha iniziato a settembre gli studi di storia e diritto all'Università di Friburgo. Nel suo futuro, dopo aver vissuto esperienze fuori dal mondo scolastico, vede l'insegnamento, possibilmente in ambito liceale.
Signor Frei, perché ha deciso di fare politica così giovane?
Mi sono reso conto presto che nella nostra società c'è qualcosa che non funziona e che ci sono delle ingiustizie. Alle medie avevo sensibilità per alcuni temi. Nel corso del liceo, tale sensibilità è maturata fino a diventare una presa di coscienza. Quando poi son entrato nel sindacato indipendente degli studenti e degli apprendisti ho potuto approcciarmi di più alla vita politica, toccare con mano quello che voleva dire essere in un sindacato e lavorare in modo organizzato. Ho compreso la necessità di avere uno sbocco politico e quindi di entrare in un partito, che nel mio caso è il Partico Comunista, per cambiare le cose in questa società.
Perché si è messo a disposizione per il Partito Comunista?
Ho riconosciuto nel PC un partito serio che lavora per ottenere le rivendicazioni in cui credo, visto che ha come obiettivo di eliminare le ingiustizie nella società modificandola in senso progressivo. Basta pensare a come agisce il PC, in favore degli studenti ad esempio, con proposte come l'aumento delle borse di studio o l'estensione dell'obbligo di scolarità fino all'ottenimento di un diploma di grado secondario superiore o all'introduzione per i lavoratori di un salario minimo dignitoso. Non son solo parole al vento, perché lavoriamo in modo concreto, costruttivo, senza fare politica sterile e urlata. Inoltre, il PC non sfrutta i giovani solo in ottica elettorale ma continua a fornire una solida formazione politica, così da permettere ai propri militanti, come lo sono io, di lavorare bene e di incidere nella realtà. Il PC fornisce quindi anche gli strumenti per fare politica.
Come giovane, se lo fa, tramite quali canali si informa?
Informarsi è fondamentale, soprattutto se si vuole fare politica a un buon livello, per sapere cosa accade nel nostro cantone, in Svizzera ma anche a livello internazionale. Capendo le dinamiche internazionali si riesce a comprendere meglio anche quello che accade nel locale. Per informarsi ci sono diversi canali: dalla stampa «classica» come i giornali, la radio o la TV, a canali di contro informazione che sono determinanti per capire i meccanismi e gli interessi in causa. Ma mi informo anche tramite la formazione politica che fornisce il PC, senza dimenticare i social media, che vanno usati con coscienza.
Tramite quale oggetto o animale si rappresenta?
Ho scelto la mia tessera del partito comunista, quella di quest'anno, perché mi sento rappresentato dal partito e credo fortemente nel lavoro che svolge. Anche perché oggi c'è una tendenza all'antipartitismo ed è distruttivo per la politica. Portando questo oggetto ho voluto rimarcare che un partito è fondamentale per portare avanti un lavoro che sia organizzato e che sia collettivo. Perché con l'individualismo che dilaga non si possono ottenere dei cambiamenti concreti e reali. Questo nostro spirito collettivo, in cui mi ritrovo molto, lo vedo anche nella nostra campagna elettorale che non punta sull'individuo bensì sulla lista intera.