Giovani e politica Gianluca Cammarata: «Ammiro molto il dottor Nussbaumer»

Paolo Beretta

29.3.2019

Gianluca Cammarata, Lega Verde
Gianluca Cammarata, Lega Verde
Paolo Beretta

Il 7 aprile si svolgono le elezioni cantonali ticinesi. La voce dei giovani è entrata di prepotenza nel dibattito politico in queste ultime settimane con le mobilitazioni a livello mondiale in favore del clima. Per avvicinarsi a questo importante momento della vita politica «Bluewin» ha deciso quindi di incontrare i più giovani candidati dei vari schieramenti in corsa per il Gran Consiglio. Tutti hanno risposto alle stesse tre domande e ci mostrano un oggetto che li rappresenta.

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È il turno di Gianluca Cammarata, ventottenne di Ponte Capriasca, che ha svolto una formazione nel settore alberghiero. La nascita di sua figlia meno di due anni fa gli ha fatto cambiare strada: dopo aver abbandonato gli studi, oggi infatti lavora in un'azienda che si occupa di olistica e di agricoltura biologica, con nuove tecniche ecosostenibili.

Signor Cammarata perché ha deciso di fare politica così giovane?

Fin da piccolo sono stato abituato a guardare il Telegiornale. In famiglia con mio padre lo vedevamo sempre all'ora di cena. Lì è nato l'interesse per le notizie in generale, interesse che ho poi rivolto solo verso quelle politiche. Le altre, quelle di cronaca nera, non le guardo nemmeno. Con la nascita di Facebook ho iniziato a essere il commentatore classico di FB, ma non avevo mai pensato di buttarmi in politica. Il dottor Nussbaumer durante una cena alla fine dell'anno scorso mi ha fatto quest'offerta e ho detto di sì. Fosse stato qualcun altro a chiedermelo, avrei, come fatto in passato, rifiutato.

Perché si è messo a disposizione per la Lega Verde?

Perché sono un verde, sia di pensiero che di lavoro. Poi è un partito nuovo, con persone che hanno voglia di fare delle cose, anche se forse piccole. Nussbaumer poi lo conosco da quando sono bambino ed è una persona che ammiro molto. Che se c'è qualcuno che ha il coraggio di dire le cose come stanno per quello che crede è proprio lui. Lo ha fatto svariate volte, si è preso qualche scottatura nel dire quello che pensava. Ha delle belle idee che voglio portare avanti con lui e metterci del mio, piccolo o grande che sia.

Come giovane, se lo fa, tramite quali canali si informa?

Sono rimasto fedele al giornale cartaceo, ho le classiche testate ticinesi che arrivano a casa. Trovo però molto comodo il telefonino con internet dove puoi trovare di tutto in cinque minuti. Una volta invece dovevi andare in biblioteca per informarti. Oggi bastano le applicazioni, se succede qualcosa sei al corrente. Per le notizie ne ho circa sei o sette.

Tramite quale oggetto o animale si rappresenta?

Ho scelto il mio primo gatto, che chiamo "Vecchio guerriero". Sono cresciuto insieme. Chi non lo conosceva e non sapeva che era il mio pensava che era un randagio, perché non era il classico bel d'Angora turco dal pelo liscio. Era un gatto molto selvatico a livello di carattere, però con la sua famiglia era molto «coccoloso», almeno per cinque minuti (sorride). Poi se ne andava. Mi rispecchio in lui perché per 16 anni abbiamo dormito insieme. Negli ultimi anni della sua vita oltretutto io ero apprendista in un albergo a Lugano e aveva imparato a memoria i miei orari. Sapeva che in settimana finivo a mezzanotte e mi aspettava di fuori sul tavolo all'ingresso di casa. Prima entrava lui, poi io. Succedeva anche nei fine settimana quando arrivavo più tardi, verso le due o le tre. Andavamo a dormire e ci svegliavamo insieme. Eravamo sulla stessa lunghezza d'onda. Ho un po' lo stesso carattere: sembro una persona molto selvaggia, distaccata. Sul lavoro mi si vede invece in un atteggiamento più istituzionalizzato. Poi quando esco sono me stesso.

L'animale scelto da Gianluca Cammarata
L'animale scelto da Gianluca Cammarata
Paolo Beretta
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