L'analisiElezioni cantonali: i giovani nelle liste sono solo un alibi?
Paolo Beretta
25.3.2019
Parte la volata per le elezioni cantonali ticinesi del 7 di aprile nelle quali si andrà a rinnovare Governo e Parlamento. Per avvicinarsi a questo importante momento della vita politica nostrana «Bluewin» ha deciso di incontrare i più giovani candidati dei vari schieramenti in corsa per il Gran Consiglio.
I giovani negli ultimi mesi rivendicano con determinazione più voce nello spazio pubblico. Basti pensare alle manifestazioni per il clima, seguite da folle imponenti in diversi Paesi, Svizzera e Ticino compresi. E il tutto è nato da una ragazza, la sedicenne svedese Greta Thunberg e dal suo attivismo a oltranza contro le politiche adottate dai dirigenti del suo Governo.
A inizio febbraio la manifestazione per il clima indetta a Bellinzona, promossa proprio dai giovani, ha avuto molto successo. I ragazzi e le ragazze chiedono dunque diritto di parola, domandano di essere partecipi al dibattito. Alle rivendicazioni seguiranno probabilmente degli atti politici.
Con le elezioni cantonali ormai alle porte l'occasione è stata quindi ghiotta per esplorare tra i politici in erba nostrani l'aria che si respira e, ponendo domande su di loro, cercare di capire quali idee motivano il loro impegno.
Via i vari responsabili abbiamo quindi contattato i ragazzi sotto i 30 anni che corrono per il Gran Consiglio. Ne abbiamo incontrati dieci in tutto il cantone. Tre li abbiamo intervistati per telefono, vuoi per le distanze geografiche, vuoi per difficoltà di agenda, nostre come loro.
«Politichese» o spontaneità?
Volutamente non abbiamo posto quesiti specifici inerenti il cambiamento climatico preferendo porre loro tre domande, che vertono più sulla persona che sulla politica. Siamo, infatti, convinti che anche attraverso le motivazioni e l'immagine che ognuno dà di sé, è possibile capire le idee che andrà a difendere in Parlamento.
Insomma, abbiamo voluto evitare, per quanto possibile, che la futura generazione di politici ci parlasse già ora in «politichese», che si potesse nascondere dietro a frasi fatte trite e consumate, che si potesse proteggere usando parole altrui, contenute nei programmi del partito o del movimento e che per loro stessa natura sono quindi poco genuine.
Per avere un ulteriore elemento che possa far capire qualcosa della personalità dei ragazzi abbiamo chiesto loro di portare con sé o di mostrarci un oggetto o un animale con il quale si identificano e si rappresentano.
In diversi hanno parlato più di sé, delle proprie utopie, delle proprie speranze e delle proprie idee che di politica. Altri, invece, si sono presentati citando varie volte le peculiarità del loro partito o del loro movimento.
Abbiamo trovato tre elementi che accomunano tutti i giovani aspiranti granconsiglieri: la voglia di mettersi in gioco avvicinandosi una prima volta alla politica cantonale, il desiderio insistente di cambiare le cose e la consapevolezza, che proprio perché giovani e alle prime armi, per loro la corsa sarà molto impegnativa.
Le convinzioni nei propri ideali, l'energia e la passione che hanno mostrato durante queste interviste, cementati con un pizzico di sano realismo, ci fanno dire che no, dal loro punto di vista, questi giovani politici non sono sulle liste solo per fornire un alibi.
Lasciamo a voi il compito di farvi un'opinione, dopo aver letto le 13 interviste. Partiamo lunedì 25 marzo con la prima, poi ne pubblicheremo due al giorno. Seguiremo l'ordine di lista ufficiale. Le interviste saranno a disposizione nella pagina appositamente creata per l'occasione.
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